Grazie, Presidente. Colleghi, il Partito Democratico esprime la fiducia sul provvedimento e lo fa convintamente dopo un esame e una discussione lunga ma positiva all'interno della maggioranza, che ha avuto la capacità di trovare una sintesi coerente e migliorativa del decreto. Già nella passata legislatura noi avevamo affrontato il tema della pubblicazione delle intercettazioni che nulla hanno a che vedere con l'oggetto delle indagini, azione che colpisce non solo la privacy delle persone coinvolte ma anche quella della sfera dei loro affetti, dei loro familiari e dei loro amici. Una barbarie, un malcostume che già l'ex-Ministro Orlando aveva cominciato ad affrontare e che non può e non deve mai essere accettato in uno Stato democratico che, nella propria Costituzione, tutela la dignità della persona e sancisce il principio di personalità della responsabilità penale e garantisce lo svolgimento di un giusto processo. In quest'Aula oggi istituiamo i presupposti per eliminare il vizio della pubblicazione di questi contenuti a cui troppo spesso in questi anni abbiamo assistito, in primis spostando il giudizio sulla rilevanza delle conversazioni intercettate dalla polizia giudiziaria al pubblico ministero, il quale dovrà stabilire se il contenuto sia o meno funzionale all'indagine per cui quelle intercettazioni sono state autorizzate e quindi iscritte nel fascicolo.
Altresì abbiamo reso possibile per i difensori accedere a queste conversazioni certificando la possibilità di richiedere l'inserimento in archivio di altro materiale ovvero garantendo pienamente il diritto alla difesa.
Quello che oggi ci apprestiamo ad approvare, Presidente, è un testo equilibrato che, da un lato, tutela i diritti dei cittadini e, dall'altro, garantisce a chi svolge le indagini l'utilizzo di strumenti necessari e fondamentali: le intercettazioni per perseguire reati gravi. Evitare quindi la pubblicazione di intercettazioni diverse da quelle che servono alle indagini è un primo obiettivo raggiunto con il disegno di legge che oggi approveremo. È necessario peraltro in questa sede denunciare la disinformazione fatta circa l'utilizzo dei cosiddetti trojan e fare giusta chiarezza. Ho sentito dei colleghi dire delle imperfezioni, per usare un eufemismo. Primo, per usarlo bisognerà motivare la sua indispensabilità e, se ci sarà un difetto di motivazione, come per tutti i provvedimenti, si potrà impugnare la questione.
Secondo, le intercettazioni a mezzo di trojan, a differenza delle normali indagini telefoniche e ambientali, potranno essere utilizzate solo per i reati connessi che riguardino reati di mafia, terrorismo e contro la pubblica amministrazione. Dunque, chi in queste settimane ha attaccato il provvedimento e ha attaccato il Partito Democratico, definendolo soggiogato ad una cultura giustizialista, dimostra di non conoscere il testo in questione ma soprattutto anche dimostra di non avere una grande cultura democratica. Per noi è giusta l'attenzione ad evitare le cosiddette intercettazioni a strascico. Meno comprensibile è l'idea che, nel momento in cui un'intercettazione autorizzata prefiguri l'esistenza di un reato diverso, si possa far finta di niente. Ecco credo che il punto di equilibrio trovato sia giusto. Posso capire che l'idea di utilizzare gli stessi strumenti di indagine che si usano contro le mafie anche contro la corruzione non sia condivisa da tutti, posso capirlo. Posso persino comprendere i rilievi di Forza Italia che devo dire è sempre stata coerente nel cercare di spiegare che bisognava tenere separate le due questioni. Capisco però molto meno, colleghi, la Lega che ha votato - ricordo: ha votato - lo “Spazzacorrotti” nel quale questo principio è sancito ed è sancito il fatto che gli strumenti alla lotta alla mafia sono estesi anche alla lotta ai reati contro la pubblica amministrazione e contro la corruzione. Avete cambiato idea? Mi rivolgo a nessuno perché non c'è nessun collega della Lega e dunque l'interlocuzione mi sembra un po' fantozziana. Per questo ritengo che l'atteggiamento della Lega sul provvedimento sia solamente propagandistico e speculatorio. Solo pochi giorni fa alcuni senatori leghisti hanno occupato, lo ricordo, le aule della Commissione giustizia. Ora la Lega, qui alla Camera, ha presentato circa duecento ordini del giorno per fare ostruzionismo anziché, come avrebbe dovuto fare un'opposizione responsabile, favorire la chiusura rapida del provvedimento e poi approvare in fretta la conversione in legge del decreto-legge sulle misure che contrastano il Coronavirus. Però c'è modo e modo di essere all'opposizione, colleghi. Questo è il modus operandi a cui da tempo ci ha abituato la Lega, il cui leader non risponde al Presidente del Consiglio dei ministri in un momento drammatico per il Paese. Il senatore Salvini anche questa volta è scappato dalla responsabilità di abbassare i toni della sua campagna elettorale permanente per il bene della salute dei cittadini italiani. L'ex-Ministro dell'Interno ha tentato di dare un colore politico persino al Coronavirus, credendo che gli italiani non percepiscano lo squallore e lo sciacallaggio dell'operazione. Dunque, nel confermare la fiducia del Partito Democratico, che voterà convintamente a favore del provvedimento, dobbiamo sottolineare - lasciatemelo fare - l'altissimo ruolo della collaborazione che, in queste ore, intercorre tra tutte le istituzioni regionali, nazionali e locali indipendentemente dall'appartenenza politica nell'affrontare l'emergenza del contagio di questo virus.
Dobbiamo, inoltre, ringraziare le migliaia di persone, tra personale medico e sanitario, forze dell'ordine e volontari, che lavorano senza sosta per la tutela della collettività. A questi un grazie di cuore e grazie a vo.